Questo piccolo fazzoletto di mondo, racchiuso a Nord dai dolci rilievi prealpini, a sud dalla pianura industriale, e limitato lungo il percorso del sole dal Lago Maggiore e dal Ceresio, si è risvelgiato il lunedì dell’Angelo, giorno 5 Aprile 2010, avvolto da una atmosfera fumosa, in sintonia con il fumo che annebbia la mente dopo i bagordi del dì di festa, passato con un poco salutare andirivieni tra divano e tavolo, saturi di cibarie varie.

Alle 7:30 del mattino le strade sono ancora sgombre: si potrebbe dire deserte se fossero ricoperte da arida sabbia, ma oggi sono abbondantemente velate dall’acqua riversata durante lunghe ore di pioggia del giorno prima. Per fortuna alzando gli occhi dietro la visiera si può vedere il sole che sta decidendo se uscire a farsi un giro in quest’angolo di Italia o rimanere sotto la sua coperta fatta di nuvole. Gli occhi tornano sulla strada e scorgono una fumosa nebbiolina che risale dall’asfalto: buon segno, l’aria si scalderà presto e inseme al vento che agita le piante (ma anche la moto) asciugherà il fondo.

Alle 7:40 la gelateria Peccati di Gola è già animata da un bel gruppo di persone. Mentre parcheggio la moto vedo che qualcuno tiene in mano il casco, qualcuno la sigaretta, tanti la brioche o la tazzina del caffè all’interno del locale. Bene bene! E’ ancora presto e sembra proprio che saremo una bella truppa allo scoccare dell’ora della partenza!

Dopo il silenzio del risveglio, dopo il frullare sommesso del motore nel breve tragitto da casa al bar, tolto il casco lasci che le orecchie raccolgano la voce delle persone, il loro saluto, le battute, e dal tono della voce capisci che anche se ognuno di loro, ognuno di noi, ha magari un problema o una preoccupazione, per oggi verrà lasciata dietro alle spalle; oggi siamo bambini con i loro giocattoli: le preoccupazioni lasciamole agli adulti…

Arriva anche il Presidente: finalmente si parte! Giri la chiave, pigi lo starter, metti la prima e mandi a fan’brodo l’inverno vero e la primavera finta!

Una ventina di moto, ordinate come per una parata, mettono il cupolino fuori dal piccolo mondo di Somma Lombardo e in un attimo si lasciano circondare dagli incantevoli scorci offerti dai laghi di Comabbio e di Monate, incastonati tra il Maggiore ed il lago di Varese. Pochi chilometri ancora e ci ritrova nella Valcuvia. Qui il calore dei tanti paesini lì attorno, come Arcumeggia, Castello Cabiaglio, Azzio, non è sufficiente per scaldare anche Cuveglio ed il fondo valle, e ora si inizia a pensare che forse uno strato in più sotto la giacca non sarebbe stata poi una brutta idea… Per fortuna ereditiamo dal giorno prima un bel gruzzolo di calorie in corpo, per cui per questa volta ce la caveremo…

La Val Veddasca segna l’incontro tra due lembi di territori confinanti: italiano e svizzero. L’ingresso nelle lande del cioccolato ci concede ancora una scorcio sulla parte alta del Verbano: guardando una cartina geografica si vedrebbe una linea disegnata sull’acqua tra Zenna, sulla sponda orientale, e Valmara, sulla riva piemontese, a delineare il confine tra i due stati. Possiamo garantire che sul lago non c’è nessuna riga di separazione tracciata: la natura sembra volerci ricordare che l’acqua è di tutti.

E’ il momento di salire di quota, di iniziare a pennellare qualche curva e di lasciare correre qualche cavallo: ecco che il serpentone si allunga e lascia emergere il carattere di ognuno di noi: sornione e trotterellante, o nervoso e aggressivo nell’apri e chiudi, goloso nel mangiare una curva dopo l’altra, perchè si sa che le curve sono come le ciliege… Certo, non possiamo esagerare perchè qui il giorno prima il mondo era tutto bianco, grazie ad una abbondante nevicata che ha ricoperto questa parte del Canton Ticino. E oggi il paesaggio è davvero suggestivo: Centovalli e la sua valle che conduce verso l’Italia, verso la Val Vigezzo, ricordano i paessagio gotici. Le cime abbagliano con il loro candore, e lungo i crinali gli alberi sembrano denti spezzati che bucano la neve; i rigagnoli che normalmente scorrono magri lungo la parete rocciosa che occupa la parte destra della strada sono oggi ben tonici, e riversandosi a terra sciolgono il sale lasciato il giorno prima sull’asfalto. L’allucinazione gotica è rinforzata dal santuario di Re che sbuca all’improvviso e domina la sua valle: manca solo la nebbia e qualche lupo grigio intorno, e allora saremmo certi di essere i personaggi di un racconto di Mary Shelley.

Il paesaggio muta nuovamente scendendo di quota e planando sul suolo patrio: niente più neve, la temperatura è risalita ma il vento continua a rotolarci addosso; il risveglio dal sogno gotico ci catapulta nell’incubo metropolitano che prende forma nei giorni di festa anche nei paesi che attraversano la Val Vigezzo: Santa Maria Maggiore, Malesco, Druogno sono intasate di auto incolonnate che donano all’aria valligiana quel tocco di particolato cittadino.

Alle 11.30 arriviamo infine a Trontano dove parcheggiamo le moto nell’area feste, la stessa che ha accolto negli ultimi anni il Guzzi Friend’s. Lì ci aspetta la nostra cara Lucia che ha caricato la sua Fiat Panda azzurrina di stoviglie e cibarie (oltre alla leggendaria moka!) e ci ha anticipati così che potessimo trovare un piatto pronto e caldo! Il tempo di mettersi a proprio agio e qualche volontario inizia a preparare i piatti per il pic-nic di Pasquetta.

Nel frattempo conosciamo una coppia di motociclisti tedeschi che hanno stabilito il loro campo base a Trontano per le loro due settimane di vacanza. Dapprima si chiacchiera sulle loro Honda 250 da regolarità ultraventennali, poi il discorso si fa più generico e alla fine li invitiamo al nostro tavolo per un boccone ed un bicchiere di ottimo Barbarossa.

Il vento oltrepassa il confine di mezzogiorno e ci fa compagnia anche nel pomeriggio quando, dopo il pranzo, qualche gruppetto decide di fare due passi a ritmo molto blando verso i mulini vicini. Qualcuno dopo cento metri decide di aver già fatto abbastanza sport e si infila nel bar per un secondo caffè. I più arditi raggiungono i mulini, i meno attenti sbagliano strada. Alla fine quasi tutti si concedono un bel gelatino perchè il sole ora inizia a scaldare aria e pelle.

Arriva il momento di ripulire, rivestirsi, ripartire e seguire il Toce nella sua discesa verso Feriolo ed il Lago Maggiore.

La conclusione della giornata prevede una sosta al birrificio di Anzola, dove gli amici sistemano le sedie a mo’ di cerchio per farsi una chiacchierata in tutta tranquillità, rinfrescando l’ugola col prezioso liquido dorato.

La sera sta per arrivare mentre percorriamo l’autostrada che da Verbania ci riporta a Somma Lombardo: verso ovest il sole si attarda a tramontare, al di là del fiume Ticino, e negli specchietti retrovisori oltre alle prealpi che si fanno più basse e sfumate mano a mano che procediamo, restano le immagini di una giornata davvero piacevole e rilassante.

Da domani si riprende a lavorare. Da domani si ritorna a vestire gli abiti degli adulti in attesa di poter tornare bambini un’altra volta, seduti sulla sella, a sognare d’essere il cowboy che doma lo stallone ribelle

 

Qui le immagini della giornata.