Prendi una domenica di Aprile che si annuncia fresca al mattino ma che promette sole caldo nelle ore a venire; aggiungi qualche centinaio di chilometri di strade ma limitando l'utilizzo di quelle veloci a una manciata di giri del contachilometri; aggroviglia l'asfalto e lascialo cadere liberamente a mo' di gioco dello Shanghai così che si crei un intricato labirinto di curve.

 

Completa la ricetta mettendo in fila una quindicina di motociclisti che hanno così tanta voglia di sbrinare la propria motocicletta facendola correre per ore tra le colline ricolorate dalla Primavera, senza scendere dalla sella anche quando inizia a darti noia la schiena non più giovanissima. E come tocco dello chef aggiungi un pranzo servito a 1.300 metri di altitudine, sull'Appennino Ligure, dove puoi lasciar scorrere lo sguardo lungo i quattro punti cardinali per toccare quasi con mano il Piemonte, L'Emilia Romagna, la Liguria e la Lombardia.

Un menù così è davvero invitante e anche equilibrato: fornisce allegria, adrenalina, rasserena gli animi. E questo è il menù di una gita domenicale, quella del 6 Aprile scorso, che dalle 8.00 del mattino e per quasi dodici ore ci ha visto galoppare in una nostrana Terra di Mezzo, tra Oltrepo, valle Staffora, la val Curone e val Borbera, e che come nei celeberrimi racconti Tolkieniani si sviluppa tra lande diversissime fra loro: le umide risaie del Pavese, le campagne amene tra Abbiategrasso e Motta Visconti, poi Bereguardo con il suo rumoroso ponte di chiatte sul Ticino, le zone spumeggianti della Versa. Poi, ancora, le colline goderecce che da Casteggio e Borgo Priolo portano a Zavattarello, nella Val Tidone, e da qui in un saliscendi continuo della SP207 giungono a Varzi. Dalla città dell'omonimo salume la Compagnia degli Anelli Elastici vive una nuova avventura in un territorio selvaggio, arduo, che risale controcorrente il torrente Staffora nel suo peregrinare verso il Po e si inerpica dopo una ventina di chilometri, tra brecciolino e neve, verso Pian del Poggio, frazione d'altura di Santa Margherita di Staffora. 

Un po' meno selvaggia è la SP140 che da Pian del Poggio, affiancando il torrente Borbera sfila attraverso località che hanno l'aggettivo Ligure nel proprio nome, quasi a ricordare che a pochi chilometri verso sud c'è il mare. Vignole ci riporta tra la civiltà, e dopo un breve tratto di autostrada fino a Tortona il paesaggio muta nuovamente: è il momento del misto veloce della Val Scrivia, seguito dai rettilinei della Lomellina a cui non puoi resistere, devi "dargli di gas" e correre sotto al sole della sera. Infine, dopo una sosta in un bar per rinfrescarsi, ecco il familiare Ticino tra Mortara e Turbigo.

La lunga cavalcata nella Terra di Mezzo finisce quando il giorno lascia posto all'imbrunire. Non abbiamo incrociato hobbit, orchi, elfi, stregoni, cavalieri, o altri personaggi mitologici del capolavoro di Tolkien, ma in bocca rimane comunque il sapore di una cavalcata epica.