L'ultimo pensiero del sabato sera, prima che la notte zittisca la mente, è rivolto all'indomani: ormai è certo che partiremo sotto l'acqua e che con l'acqua torneremo a casa. Ma dopo qualche ora di sonno la sveglia suona, e la finestra si apre su un mondo asciutto, dove nell’aria fresca si mescolano inverno e primavera. Doccia, colazione, e ancora non piove: non resta che vestirsi e mettersi in sella…ci aspetta la Valpolicella. 

La partenza da Somma Lombardo è fissata alle 8.00, orario giusto per potersi unire al Moto Amarone 2015 che ci attende a Sant’Ambrogio di Valpolicella in tempo utile per prendere parte agli eventi della giornata. I duecento chilometri o poco più che ci separano si possono percorrere d’un fiato grazie all’autostrada, che questa mattina è scorrevole e ci concede un’andatura costante e senza rallentamenti. L’aria che ti viene incontro è come carta vetrata che piano piano gratta via la ruggine dal corpo e dalla mente: da oggi si entra nel clou dell’attività mototuristica del Golasecca, e urge dare smalto alla propria guida, svigorita dall’inverno.

Appena immessi sull’autostrada A22 del Brennero, puntando a nord, forti raffiche spazzano l’aria verso occidente, e per proseguire diritti è necessario spingere la moto a destra: pur se antipatico, il vento è costante per cui non corriamo il rischio che un suo improvviso calo ci faccia sbandare. Anche la temperatura si fa più fresca, nonostante sopra di noi il sole sfolgori. Le folate ci accompagnano per tutta la SS12, da Verona a Ospedaletto. Poi l’aria torna calma negli ultimi chilometri che ci conducono a Sant’Ambrogio di Valpolicella.

Qui il Moto Club Good Fellows organizza la settima edizione del Moto Amarone. Il programma prevede un breve giro turistico, la visita ad una azienda vinicola radicata nel territorio, il ritorno negli spazi del raduno per il pranzo. Poi nel pomeriggio un dee jay set rockabilly e altri eventi di contorno. Arrivando, il colpo d’occhio sul piazzale annuncia un paio di centinaia di moto parcheggiate. Per raggiungerle si affronta una serie di ripide e brevi discese: con Hell’s Bells degli AC/DC che strepita dagli altoparlanti a far da contorno, sembra di discendere verso un girone dantesco. Tra l'altro, qui Dante soggiornò a lungo ed i suoi discendenti diretti abitano ancora questi luoghi. Abbiamo il tempo di iscriverci al motogiro che ancora non è partito, e di curiosare tra bancarelle e moto alla ricerca di volti conosciuti, incontrati chissà quando e chissà dove.

Alle 10.40 le staffette spingono i motociclisti verso l’uscita, come cowboy che guidano una mandria, e dopo diversi minuti necessari a far incolonnare le tantissime moto già scalpitanti il giro turistico ha finalmente inizio. Il lungo serpentone si muove sinuoso e rapido attraverso la Strada del Vino e tra le curve della Lessinia, la zona prealpina delimitata a sud dal fiume Adige, a nord dalla Valle dei Ronchi, a ovest dalla Val Lagarina e a oriente dalla Val Leogra. In un susseguirsi di svolte dolci e di tornanti allegri si sale di quota, e verso nord le montagne che costituiscono il gruppo della Carega fanno da sfondo con le loro cime innevate. La temperatura scende in modo sensibile, e con il casco aperto le labbra si raffreddano come se stessi mangiando un po’ della neve che vedi all’orizzonte. Tra i cartelli segnaletici si scorgono i nomi dei paesi che incontriamo: San Giorgio, Fumane, Castelrotto, Pescantina, e altri luoghi fioriti in Valpolicella, alternati tra vasti vigneti e pescheti.

Curva dopo curva il contachilometri segna il trascorrere dello spazio e del tempo: ci vuole un’ora abbondante prima di giungere a Pescantina, dove ci fermiamo alla Azienda Agricola Monteci per un assaggio del loro Rosso Valpolicella e del Pinot Grigio, accolti in una struttura moderna nelle forme e nell’ampia superficie vetrata esposta a nord-ovest, ma con uno sguardo rivolto al passato per via del soffitto in travi di legno ricurve. Purtroppo non abbiamo avuto modo di degustare il tanto desiderato Amarone: speriamo che qualcuno più fortunato di noi lo abbia potuto apprezzare.

Dopo una sosta al sole nei prati che separano la strada dalla Cantina, decidiamo di far ritorno a Sant’Ambrogio senza aspettare che riparta l’intera legione di motociclisti: siamo affamati e sicuramente lo sono anche loro, per cui meglio correre a prendere posto a tavola. Pochi chilometri e pochi minuti bastano per tornare al raduno, dove troviamo altri partecipanti che, come noi, hanno anticipato il rientro. Con un po’ di pazienza aspettiamo il nostro turno, e finalmente gustiamo il risotto all’Amarone. Il pranzo è veloce e lascia un po’ di amaro in bocca: purtroppo non per via dell’Amarone (grande assente sul nostro tavolo), ma perché non siamo sazi.

Alle 15.00 circa, bevuto il caffè, concludiamo la nostra esperienza con la settima edizione del raduno. Saltiamo in sella e ci dirigiamo verso il Lago di Garda. Puntiamo verso Dormegliara e Sega, attraversando un ponte che sovrasta l’Adige, blu sotto di noi, e imboccando la strada flessuosa ed aggraziata che porta a Ronchi, Valesana e quindi a Lazise, meta prescelta per una passeggiata in riva al lago sotto ad un sole appena velato da tenui nuvole, prima linea del fronte temporalesco che avrebbe dovuto portare la pioggia sin dal mattino. Il primo Comune libero d’Italia è giustamente una meta ambita ai turisti di tutto il mondo: qui il fascino modaiolo del lago che si finge mare si somma al profumo della storia che la cinta muraria di Lazise ancora trattiene; qui le atmosfere romantiche del Porto Vecchio e delle tante ville storiche fanno da contrappunto alle austere architetture militari. Un’oretta non è sufficiente per ammirare le tante sfumature di questo luogo a pelo d’acqua, ma è ormai tempo di sorseggiare un veloce caffè e tornare alle nostre fidate dueruote.

Giusto il tempo di imbarcare benzina nei serbatoi e ci inseriamo sulla SR249 che ridiscende il Garda fino a Peschiera, per poi immetterci nell’autostrada A4 Milano - Venezia puntando il timone verso casa. Le cinque provincie di Brescia, Bergamo, Monza Brianza, Milano e Varese passano pigramente sotto agli pneumatici, mentre il cielo del tramonto lascia posto a ovest alle nuvole ormai cariche d’acqua che hanno turbato i pensieri della notte precedente. Ci salutiamo all’Autogrill Villoresi, per poi coprire gli ultimi chilometri in libertà, ognuno col proprio ritmo, coi propri pensieri, con i propri progetti per la serata, ma tutti con la mente già rivolta alla prossima avventura del nostro Moto Club.