Per il Moto Club Golasecca il lunedì dell'Angelo è ormai tradizionalmente dedicato alla grigliata fuori porta, che ogni anno raduna sempre più soci e saluta l'arrivo della primavera. E' questa una mezza verità, visto che se è vero che quest'anno abbiamo raggiunto le cinquanta presenze, è altrettanto vero che la grande assente è stata per l'appunto la primavera.

Quattro o cinque gradi a metà Aprile e l'incognita del maltempo non sono un bel biglietto da visita per una gita tra lago e montagna, ancor meno per un pranzo all'aperto. Ma l'ottimismo del motociclista e la sua voglia inesauribile di girovagare scoppiettando non lasciano scampo: chi veste i capi invernali, chi impavido infila jeans e scarpe da ginnastica, chi pallido e febbricitante e quindi folle, ci si alza tutti di buon'ora per raggiungere il luogo della partenza, magari facendo prima tappa per la colazione, per la benzina o per le sigarette.

Alle 9.10 le moto partono per un lezioso carosello lungo l'intera sponda occidentale del Lago Maggiore guidate da Roberto, che oggi sostituisce il Presidente il quale assieme a coloro che hanno il compito di preparare le vettovaglie e di predisporre tutto il necessario per il pranzo (griglie, tavoli, panche) si dirige in autostrada per giungere direttamente a Trontano. I fortunati che gongolano sulle motociclette sfilano lungo la strada resa sinuosa dal millenario logorio dell'acqua, passando dalle ricche cittadine del medio Verbano alle zone più caratteristiche che si affacciano nella parte alta del lago.

A Feriolo ci si ferma per la pausa caffè, ma da bravi pigroni ci concediamo qualche minuto extra di relax per lasciarci accarezzare dal timido sole nella duplice speranza di riscaldarsi un pochino e di risvegliarsi definitivamente dal marasma sensoriale del mattino.

Un vigile, preciso nel suo lavoro, invita a spostare leggermente alcune moto per lasciare un passaggio più agevole ai mezzi che transitano nella stretta via che si affaccia all'imbarcadero; ma essendo noi persone altrettanto precise anzichè spostare un paio di moto le spostiamo tutte: si riparte per raggiungere Cannobio e da qui abbandonare la riviera per addentrarci nella Valle Cannobina così da giungere a Masera, e da lì a Trontano. Detta così la cosa è semplice e lineare, ma vivendola da dentro la percezione cambia: c'è una strada che si infila tra valle e montagna e che salendo si aggroviglia tra gli alberi, dove il sole gioca a nascondino tra le fronde; una strada che si raddrizza per pochi metri tra una curva cieca e un tornante, tra un ponte sospeso nel vuoto e una svolta a gomito; una strada dove il traffico è praticamente nullo e in cui si sentono rimbombare i motori davanti e dietro te. E quando sei lì non c'è niente da fare: la vena che porta il buon senso al cervello si chiude, e l'istinto prende il controllo delle tue azioni; l'acceleratore si apre e si chiude senza tregua mentre ti muovi dentro e fuori la sella; chiuso nel casco hai lo sguardo di un barbaro che si butta verso la centuria romana urlando e agitando in aria l'ascia. Poi quando arrivi in cima e ti fermi sul ciglio di un parco dove tutto è immobile torni in te: forse la colpa di queste visioni mitologiche è del cappuccino che non hai digerito.

Ricompattato il gruppo si inizia la discesa che da Malesco porta giù fino a Masera: pochi chilometri ancora e risali di qualche centinaio di metri fino a spegnere il motore nel parco attrezzato di Trontano.

Qui ci aspettano Cesare e gli altri amici che da qualche ora sono alle prese con carbonella, salsicce, polli, wusterl e bistecche. Insieme al profumo della carne in cottura si avverte quello della polenta che abbrustolisce, e inevitabilmente lo stomaco viene sostituito da un buco nero che vorresti riempire il prima possibile con del cibo. Per fortuna i nostri cuochi hanno preparato un tavolo per l'aperitivo: pane, salame e torte salate spariscono come il grano sotto ad una nuvola di cavallette, mentre la sangria rinfresca l'arsura della gola. Il vento freddo ruba a tratti il calore del sole, ma entrambi indugiano sulla pelle arrossandola.

A fianco delle moto allineate una lunga tavolata è pronta ad accogliere tutti gli amici: in pochi istanti tutti i posti disponibili vengono occupati, e cinquanta persone brindano alla festa e al Moto Club prima di darci dentro con piatti e posate.

Dopo il pranzo che ha spaziato dalla carne al gorgonzola, dalla polenta ai dolci, dal cioccolato alle creme, le caffettiere sbuffano sulle griglie ed il caffè, insieme ad un'ampia scelta di cicchetti, mette addosso la voglia di muoversi.

E allora cosa c'è di meglio di qualche tiro al pallone con cui far veder al mondo perché sei diventato un motociclista e non un calciatore? In molti trovano una risposta e decidono di dimostrare al mondo di essere diventati motociclisti e non adulti lanciandosi su di un carro agricolo, senza freni, lungo il prato che ha accolto per tanti anni il raduno Guzzi Friends: dovendo scegliere in pochi istanti se finire in un fosso o contro un albero, gli intrepidi eroi si lanciano dal carro in corsa mentre chi è al timone decide di non abbandonare la nave. Ma lo farà suo malgrado cadendo rovinosamente a terra quando il mezzo finirà la sua discesa libera contro un albero.

Sani e salvi, o quasi, ma ridendo a crepapelle, i nostri amici tornano sui loro passi per un altro caffè o una birretta prima di unirsi agli altri per lo smantellamento di barbecue e tavolate, oltre che per ripulire educatamente gli spazi utilizzati.

Tra un boccone e una battuta, tra una birra e una foto, la lancetta dei minuti ha fatto un po' di giri e il pomeriggio si porta verso il limitare della sera. La partenza da Trontano è libera, perciò ognuno si rimette in viaggio secondo il proprio gusto e i propri impegni. Un gruppetto esiguo di soci decide però di respirare ancora un po' di adrenalina e allora, dopo aver percorso la Statale del Sempione tutta d'un fiato, fa rotta verso Gravellona Toce e da qui doma i tornanti selvaggi che portano sulla provinciale dell'Alto Vergante. Da Carpugnino a Cressa è un continuo alternarsi di paesi minuti, boschi e scorci mozzafiato sulle acque del Lago Maggiore. A Cressa ci si ferma per una sosta nei pressi di una chiesetta diroccata: qualche chiacchiera, il tempo di una o due sigarette, e dopo i saluti inizia la fase di avvicinamento a casa. Agrate, Divignano, Varallo Pombia e il Ticino fanno da titoli di coda a questa giornata di festa.

Ormai il giorno sta togliendo l'abito della festa e si appresta a indossare quello della sera, più fresco, più scuro. Le strade tornano alla loro solitudine mentre il traffico si riduce a poche auto e a un manipolo di motociclette. Ancora pochi chilometri e il viaggio chiuderà il suo cerchio riportandoti al punto da cui sei partito dodici ore prima. Peccato, perchè nel serbatoio c'è ancora qualche litro di benzina.

 

Qui le immagini della giornata.