La sveglia alle 6.30 della domenica mattina ha senso solo per due cose: l’uscita con gli amici del Moto Club e la tappa Nipponica del MotoMondiale. Archiviata la seconda, con l’ottavo mondiale vinto dal "Dottore"!!! Grande Valentino!!!, ci si infila il vestito autunnale per la nuova gita moto-eno-gastro-turistica.

Il ritrovo è fissato per le ore 8:00, e allo scoccare dell’ora si contano 7 moto per un totale di 11 partecipanti. Sulla carta avremmo dovuto essere un pò più numerosi, ma le defezioni dell’ultimo minuto hanno sfoltito il gruppo… Vorrà dire che le porzioni saranno più abbondanti!

Il viaggio di andata scorre sornione nella frescura settembrina, più simile al clima di novembre, e i chilometri si perdono nel ronzio delle marmitte finchè compaiono le colline e le curve che issano nella piazza di Moncalvo. Qui ci concediamo una sosta davanti al Circolo dei Reduci per la canonica fumatina condita di caffè, coccolati dal sole timido che regala gli ultimi gradi centigradi estivi.

Dopo la salutare sgranichita di gambe e colonna vertebrale si risale in sella e si attraversa la Val Tiglione, da cui si fa rotta verso la Cantina Rossello di Cortemilia: qui in un ambiente dominato dai caldi colori delle botti e dall’odore del vino tipico delle cantine ci accolgono i proprietari, desiderosi di farci assaggiare sia i loro vini (tra cui il Dolcetto e il Gavi…) che altre bontà delle Langhe, siano essi salami freschi o più stagionati, formaggelle di capra e nocciole che ti rapiscono e ti inducono a divorarle una ad una. Visto che non si potrebbe e non si dovrebbe bere prima di mettersi alla guida, i più desiderosi scelgono i vini e procedono con l’ordinativo: non si beve prima di guidare, ma dopo si!

Chi scrive ha deciso la sera prima di partecipare alla gita perchè proprio la sera prima ha riavuto tra le mani e tra le gambe la sua Suzy, dopo due settimane di stop per guasti all’impianto elettrico: per questo non sapevo assolutamente che fosse previsto il pranzo in un ristorante… Il mio stomaco ha avuto un moto di sussulto quando ha capito che oltre a tutto quello che già conteneva si sarebbero aggiunti diversi antipasti, due primi, due secondi, due dolci ecc.

Salutati i nostri ospiti si rimonta in sella: poche curve, pochi minuti di strada e si rimettono i piedi a terra…e il fondoschiena sulla sedia del ristorante… Fuori, davanti all’ingresso, ci sono già altre moto parcheggiate: segno che non siamo gli unici motoghiottoni! Il rumore delle posate sui piatti sostituisce il ticchettio dell’orologio e, piatto dopo piatto, passano due ore. Evidentemente il cibo e la compagnia sono entrambi ottimi: praticamente nessuno si accorge delle immagini che scorrono nel televisore posto in fondo alla sala, e che ripropongono la MotoGP prima, e il Gran Premio di F1 poi.

Fuori il pomeriggio è caratterizzato da un sole piacevole e ninnante che induce qualcuno allo sbadiglio, qualcuno addirittura a staccare il biglietto per la pennica postprandiale! Sembra che il raid volga al termine ma è solo un’impressione. Rimane da visitare un’azienda a conduzione famigliare che sembra essere una tra le più rinomate produttrici di nocciole del cuneese. L’azienda non dista granchè dal ristorante, ma la strada che risale la collina non ha praticamente tratti rettilinei per cui tra curve e scalciate dei motori ci si risveglia dal torpore e si scende di malavoglia dalla sella, una volta raggiunta la nuova meta.

I nostri nuovi ospiti ci accolgono e ci portano a conoscere il ciclo produttivo, dalla raccolta delle nocciole al loro confenzionamento, passando per la pulizia, l’asciugatura, la sbucciatura e la scelta dei diversi calibri. Ci vengono mostrate le diverse macchine che svolgono questi lavori, dalle più grandi dedite alla sbucciatura, al ben più piccolo forno a lampada ceramica che effettua la tostatura. Nulla si butta: con gli scarti si produce olio di nocciola che verrà poi utilizzato da produttori alimentari, e i gusci vengono venduti per essere bruciati a scopo di riscaldamento domestico.

La visita termina con l’assaggio delle nocciole e di un moscato dolcissimo e leggero che delizia il palato.

Dissetati i motociclisti, si dissetano anche le moto al benzinaio più vicino e si riparte per tornare verso casa. Sono già le 18: il sole sta tramontando e l’aria si è decisamente rinfrescata; questi i motivi che ci spingono ad entrare in autostrada ad Asti. Ehmmm…entrare è un’impresa. Decine di auto sono male incolonnate già prima del casello, e l’intasamento si protrae lungo la rampa di accesso e per diversi chilometri nella carreggiata che da due passa a una singola corsia. Altro che traffico di città! Lo slalom è lento e faticoso, ma finalmente dopo una quindicina di minuti sbuchiamo sulla strada libera e con un velo di cinismo guardiamo gli automobilisti incolonnati nella carreggiata opposta…

Due ore di viaggio ci separano dall’Autogrill di Borgomanero dove facciamo una breve sosta per salutare i compagni d’avventura. Il gruppo si è ridotto perchè qualcuno ha sbagliato uscita all’autostrada (Guido, tu non ne sai niente? eheheh) e qualcun’altro ha abbandonato a Vercelli (per la cronaca, Simone e Silvia). La mia moto non è poi così nuda, rivestita da una marea di moscerini e bestioline, come la mia visiera. Una veloce ripulita e si riparte.

Tra le 20.30 e le 21.00 tutti sono nella propria abitazione. Missione compiuta!

 

Qui le immagini della giornata.