Il racconto che segue è stato scritto dal nostro amico Flavio al ritorno della gita che lo ha portato sui luoghi della tragedia del Vajont, lo scorso primo week-end di Maggio. Dalle righe emerge l’emozione con cui i suoi occhi hanno letto le ferite inferte quasi cinquanta anni a quei luoghi e, soprattutto, a quella gente.

 

Alzarsi all’alba, aprire la finestra e rimanere sorpresi..dall’alba che non c’è! Il sole è da qualche parte a giocare a nascondino con le nuvole, e l’aria fredda che ti investe ti sveglia definitivamente. E ti rendi conto che è domenica, che il giorno che aspettavi per rimettere mano alla manopola del gas è finalmente arrivato. Ma non te lo aspettavi grigio come il cielo che promette neve, nè freddo come un mattino di fine anno, soprattutto perchè e Marzo, e Marzo vuol dire primavera, gemme che segnano il posto in cui fioriranno i colori e i profumi, aria frizzante che subito si scalda ai raggi del sole, niente maglioni nè piumini goffi.

 

Questo piccolo fazzoletto di mondo, racchiuso a Nord dai dolci rilievi prealpini, a sud dalla pianura industriale, e limitato lungo il percorso del sole dal Lago Maggiore e dal Ceresio, si è risvelgiato il lunedì dell’Angelo, giorno 5 Aprile 2010, avvolto da una atmosfera fumosa, in sintonia con il fumo che annebbia la mente dopo i bagordi del dì di festa, passato con un poco salutare andirivieni tra divano e tavolo, saturi di cibarie varie.

 

Riceviamo e pubblichiamo….

Per una volta la voce narrante appartiene a qualcuno che abita lontano dai luoghi da cui trae origine il Moto Club Golasecca; una persona decisamente giovane (sedici anni), che per la prima volta apre gli occhi ed il cuore al mondo della motocicletta, lasciandosi circondare dalle esperienze che i sensi regalano a chi scivola tra paesaggi incantati e a volte ostili, con la sola aria a frapporsi fra lei ed il mondo.

Un inno alla moto, e una dichiarazione d’amore per il suo ragazzo.

Grazie Martina!

 

Grazie a Roberto per aver scritto il suo racconto della gita del 28.03.2010: nel suo stile tipico fonde il realismo paesaggistico con una sana ironia tutta da biker! Buona lettura!

 

Grazie a Roberto, la poetica voce narrante di questa nuova avventura. E grazie anche a Daniela che puntuale come sempre ha curato il report fotografico.